L’amore e la sindrome di Pigmalione

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Nella mitologia greca, esiste la figura di Pigmalione, personaggio narrato da Ovidio: Re di Cipro e scultore, questo Re plasma una statua in avorio che rappresenta il suo ideale di femminilità e, poi, se ne innamora. Venere, dea della bellezza, colpita e commossa decise allora di esaudire il desiderio del re e tramuta la statua in donna.


Pigmalione
rappresenta colui che ama e vuole modificare l’oggetto dell’amore. Non accetta il partner per ciò che è e vuole cambiarlo per adattarlo ai suoi desideri e aspettative.

Vivere un matrimonio o una relazione amorosa con queste persone è difficile e nascono tensioni dovute alle frasi che spesso ci si sente dire che manifestano questa sindrome. Frasi come “se solo fossi più magro, se ti vestissi meglio…” semplici affermazioni che evidenziano la non totale accettazione dell’altro per come è, e la volontà di conformarlo alla figura ideale che si ha nella mente.

Chi vive questo pensiero, ama un ideale che non corrisponde e non corrisponderà mai alla realtà.

Oltre ad un inevitabile senso di insoddisfazione che permeerà tutta la relazione matrimoniale o, comunque, di coppia, nascerà una forma di risentimento nel partner che non si sentirà accettato, amato e non saprà come adeguarsi a questo continuo giudizio espresso contro la sua persona.

La conseguenza di questo è un allontanamento emotivo ed un calo di desiderio per arrivare, poi, ad un’atmosfera basata su litigi e contrasti continui.

La relazione che nasce con queste premesse è destinata a fallire, a diventare morbosa e complessa.

L’attesa di un futuro migliore e perfetto non è altro che una fuga dalla realtà, perché non ci è dato conoscere come sarà il futuro e, soprattutto, non è detto che, se la persona migliorasse aspetto fisico, peso forma o abbigliamento, potrebbe piacerci davvero.

Questa sindrome manifesta la proiezione di alcune necessità di un partner sull’altro.

Il coniuge non ha quel bisogno che abbiamo noi, lui è come è e sta probabilmente bene così e questo mettersi eventualmente in discussione per andare incontro alle richieste dell’altro modificando la propria persona potrebbe, persino, snaturare la propria essenza.

L’amore è, anche e soprattutto, accettazione dell’altro per come è, nei propri pregi e difetti, nella complessità che manifesta e con il quale ci si mette in gioco quando ci si innamora e si entra in una relazione di coppia.

Quando ci infatuiamo, siamo presi da emozioni e passioni che ci nascondono i difetti altrui.

Questi stessi emergono poco dopo, quando l’erotismo lascia spazio ad un’affettività differente ed è li che si manifesta la complessità del carattere di una persona. A questo punto, nasce l’amore vero e si accetta la persona nella sua totale complessità, oppure, si va verso la sindrome di Pigmalione, nel desiderio di modificare il partner per perfezionarlo in base alle nostre esigenze. Da questa seconda ipotesi nasceranno malesseri, dissapori e una relazione insoddisfacente.

A presto.

Maria Luisa Lafiandra
Psicologa