Khol e Kajal per un makeup dal fascino orientale

Scritto da 

Care amiche, oggi ho deciso di rispondere ad una delle domande che più di frequente mi vengono poste in occasione del mio lavoro, dal momento che la risposta può interessare sia le future sposine ma anche tutte le donne appassionate di make-up: cosa sono il Kajal ed il Khol?


Il Kajal ed il Khol (in arabo: كحل‎, kuḥl) sono composti di pigmenti neri, metalli, grassi animali e minerali ampiamente usati in Asia, Medio Oriente e Nord Africa come eye-liner per il contorno dell’occhio o per scurire l’intera palpebra.

Sia il kajal che il khol hanno la stessa funzione, ma si distinguono per la loro composizione: mentre il primo è più pastoso, il secondo ha una consistenza più polverosa. Sono, in pratica, lo stesso prodotto ma il nome diverso deriva, appunto, dalla loro diversa forma.

Il Kajal resiste più a lungo e intensifica efficacemente entrambe le congiuntive.

Il Khol è più pratico, lascia l'iride pulito, limita gli effetti di allergie, intensifica meno e per minor tempo ma è adatto per creare qualsiasi beauty.

Le donne egiziane, nell'antichità, utilizzavano in grande quantità il Khol, il quale aveva poteri antisettici e veniva applicato la sera prima di andare a dormire, in modo da purificare gli occhi.

Attualmente, viene usato molto dalle donne indiane ma anche dagli uomini berberi e arabi.
In Giordania, a Petra, mi è capitato di incontrare un nomade dallo sguardo meraviglioso alla Jack Sparrow: egli mi ha spiegato di essere consapevole di quanto i suoi occhi, truccati in quel modo, piacciano alle donne.
Dopo avergli rivelato di essere una make-up artist e a seguito di una lunga trattativa, è riuscito a farmi vendere da un suo amico una grande quantità di graziosi cofanetti per il mio team contenenti questa polvere davvero sorprendente per praticità, intensità e durata.

Il Khol è stato uno dei cosmetici più utilizzati nell'antichità e risale all'età del bronzo (a partire dal XXXVI secolo a.C.). Veniva utilizzato anche come protezione dalle infezioni dell'occhio. Scurire le palpebre, inoltre, aiutava a non essere abbagliati dal sole.

Il nomade mi ha spiegato che attualmente il Khol viene utilizzato come “vezzo” di bellezza ma, per secoli, è servito per proteggere gli occhi dalle radiazioni solari e per disinfettarli da eventuali pulviscoli portati dal vento.

Sembra che un tempo, anche ai bimbi piccolissimi, venissero colorati gli occhi con questo tipo di pigmenti. Il Khol veniva inserito dalle mamme negli occhi dei loro figli per abbellirli ma anche per “proteggerli”: era, infatti, diffusa la credenza che il Kohl allontanasse l'“occhio del male” (o 'malocchio') dal bambino.

Che ne dite? Vi ho un po' incuriosite? Per qualsiasi approfondimento, rimango, come sempre, a disposizione nei commenti!

Viviana Ramassotto
Makeup Artist, Vivi Make Up Academy