E' giusto stare insieme solo per paura della solitudine?

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Molte persone sanno di non aver trovato la loro anima gemella, eppure, restano lì, in coppia, accontentandosi di una relazione che sentono incompleta e insoddisfacente.


La paura di restare soli è, per molti, uno spauracchio da cui non sanno difendersi direttamente, tanto da non accettare la solitudine con facilità.

Quando si è in attesa di un treno, di effettuare una visita medica, di una persona che ci aspetta, siamo sempre occupati con un telefono in mano a cercare di tenere la mente occupata.

C’è un senso di paura nell’esser soli coi propri pensieri, scoprirsi nudi e vedere meglio le proprie emozioni. Così, ci si riempie la mente di impegni, tutto pur di non restare soli con noi stessi.

Ognuno di noi, avrà conosciuto delle persone “fidanzate seriali”, ovvero, in grado di passare da un fidanzato all’altro o da una fidanzata all’altra, senza far passare troppe settimane, sbrigandosi, una volta rotta una relazione, a individuare un nuovo partner con cui riempire il vuoto umano lasciato dal partner precedente.

Questo perché persino in coppia, si può evitare la paura della solitudine.

In generale, c’è una grande paura di stare soli. Infatti, le persone a volte si sforzano, tenendosi occupate in ogni modo, di non percepire quel senso di solitudine che può farle sentire a disagio.

Eppure, la psicologia è chiara su un punto: per stare bene in coppia, bisogna saper stare bene da soli.
Troppe persone scelgono un partner perché capita in quel momento, scelto solo per non rimanere single.

In poche parole, è come scegliere di essere in una coppia, come voler impostare persino l’impegno che questo significa, ma non avendo scelto la persona con cui realizzare il proprio progetto di vita.

A volte, questo scatta per dei bisogni personali o per delle storie familiari alle spalle che spingono in questa direzione e non perchè ci si innamora davvero. In questo caso, il partner viene scelto solo perché in quel momento è la persona che ci sembra più adatta.

Dietro questa necessità di non restare soli c’è un grande lavoro psicologico da affrontare perché, a volte, si ha il terrore di vedersi dentro e, magari, di trovare qualcosa che non ci piace.

Invece, la solitudine è una scelta tipica di menti brillanti, capaci di essere creative e determinate.

Essere soli non fa male, anzi, può introdurre a un viaggio dentro se stessi che può soltanto farci del bene offrendoci prospettive nuove verso la nostra intimità e i reali desideri che abbiamo ma che non sempre conosciamo.

Maria Luisa Lafiandra
Psicologa