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Migliorare il matrimonio razionalizzando gli spazi in casa

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Nello scorso articolo, abbiamo preso in esame il “Life at Home Report 2017”, studio di Ikea in merito ai cambiamenti e gli stili di vita ("I fattori di una sana convivenza") delle persone e abbiamo scoperto le cause, per 22mila persone, che portano i coniugi ad entrare in conflitto e a discutere per la casa.


Abbiamo affrontato il primo punto che riguarda la difficoltà di sentirsi invasi nei propri spazi personali ed abbiamo appurato che il soggiorno e la cucina sono gli ambienti in cui si discute maggiormente. Nel soggiorno, in particolare, sembra che sia la mancanza di confini stabiliti a far emergere le discussioni per il mancato rispetto dei propri spazi.

Purtroppo, sono molte le coppie che non trovano armonia per questo motivo e per una sorta di disagio o, addirittura, fastidio per gli oggetti dell’altro. Troppo poco spesso si affronta l’argomento in modo costruttivo.

Nello studio, la seconda causa di discussione evidenzia l’accumulo eccessivo di oggetti, soprattutto, a fronte di case sempre più piccole e piene.

Il minimal style non rappresenta molte persone e far convivere due persone che apportano al nuovo focolare gli oggetti raccolti da una vita è davvero difficile.

Un primo passo utile è quello di razionalizzare gli spazi, ordinando oggetti davvero importanti e affrontando con determinazione il riciclo liberandosi di quelli che così importanti non sono.

Per tutti, può essere un’azione forte e non facile, poiché dietro un oggetto può esserci affezione ed emozione più che logica della sua reale utilità, Tuttavia, arrivare a rovinarsi la vita di coppia perché vogliamo tenere tutto è impensabile e contrario al bene proprio e della coppia.

In Italia, è emerso che una metà degli intervistati riescono con semplicità e raziocinio a riordinare e liberarsi di oggetti non utilissimi, associando a questo sentimenti positivi, mentre un’altra metà soffre all’idea di liberarsi di oggetti e spesso tende persino all’accumulo.

In generale, il senso di “casa troppo piccola e piena” appartiene al 50% degli intervistati italiani. Per molti, c’è, ovviamente, una reale differenza nella percezione di ciò che è considerato in ordine e molte delle discussioni possono sorgere anche da questa considerazione.

Molte coppie non riescono con tranquillità a sedersi e definire spazi e un'ideale concezione e percezione di cosa sia ordinato, organizzato e pulito.

Per alcuni partner il solo mettersi a sedere per discutere di questo è una grandissima perdita di tempo, ma queste stesse persone non si rendono conto di quanto sia fondamentale avere una casa organizzata, “pulibile” in maniera serena e semplice e “mantenibile” in una condizione ideale con un minimo di sforzo. Senza immaginare come queste difficoltà diventeranno poi esponenziali nel momento in cui ci saranno dei bambini.

Approfondiamo, ora, l’argomento con ulteriori spunti di riflessione su come sia proprio l’assenza di un'adeguata comunicazione e comprensione la causa che a non permette, a molte coppie, di trovare una visione comune nelle piccole cose come la gestione dell’ordine casalingo.

Cominciamo con dire che è davvero indispensabile sedersi e affrontare l’argomento il prima possibile, affinché ci si possa esprimere senza remore e si possa decretare insieme quale sarà il modo di gestire spazi, pulizie e ordine della casa condividendo ruoli e responsabilità.

Per molte coppie, è difficile trovare un equilibrio anche soltanto per sedersi a tavolino e ragionare al meglio insieme, perché spesso i partner provengono da contesti familiari in cui, da un lato, può accadere di aver avuto genitori che non ci hanno aiutato a stimolare un senso dell’ordine e della pulizia in modo organizzato, dall’altro, perché siamo indolenti e pigri e non dedichiamo attenzione ad argomenti cosi rilevanti per il benessere quotidiano, eppure, per molti considerato un argomento minore.

Dallo studio di Ikea a cui abbiamo fatto accenno sopra (“Life at Home Report 2017”), è emerso come l’invasione degli spazi e la sensazione di avere case troppo piccole, sia forma di disagio per la maggior parte delle persone intervistate.

Il terzo punto emerso dall’indagine è un sentimento di odio verso gli oggetti del partner.
C’è addirittura un 40% degli intervistati che dichiara di avere un sentimento cosi forte verso alcuni degli oggetti presenti in casa. Il sentimento emerge soprattutto per l’impossibilità di buttare tali oggetti in quanto appartenenti all’altra persona.

La stessa percentuale è persino giunta ad ammettere di aver gettato via alcuni di questi oggetti di nascosto. Una percentuale ancora più netta del 10% fa addirittura questo gesto per arrivare ad infastidire deliberatamente il partner.
Ed è cosi che spariscono vestiti, oggetti vari, cosmetici. Tra gli oggetti buttati via, ci sono categorie molto varie.

In Italia, il 49% degli intervistati dichiara di aver gettato via gli oggetti dell’altra persona e la città in cui questo sembra esser avvenuto di più è Milano con una percentuale di 62%. Inoltre, sono 4 gli italiani su 10 che fanno questa azione di nascosto e 1 su 10 addirittura nasconde i propri oggetti per evitare che siano usati o toccati da altre persone.

Da questa indagine emerge, da un lato, una frustrazione dovuta a un forte attaccamento delle persone per gli oggetti che riempiono la casa, dall’altro all’incapacità di definire col partner cosa è giusto tenere e cosa no. Di nuovo, come in molti nostri contributi, è l’assenza di adeguata comunicazione e comprensione che ci permette di trovare una visione comune nelle piccole cose come la gestione dell’ordine casalingo.

È facendo un passo verso l’altro che si raggiunge un equilibrio di buona vita: esprimendo i propri sentimenti e desideri, ma anche evolvendo in una direzione più leggera.

L’attaccamento agli oggetti materiali non porta a nulla, se non a case strapiene e polverose. Una sana analisi di ciò che abbiamo e una adeguata definizione di ciò che ci serve davvero e di ciò cui siamo legati, ci farà liberare più facilmente di oggetti inutili e poco funzionali e ci permetterà di vivere l’ambiente domestico con maggiore leggerezza, avendo meno spazio da riempire insieme!

Maria Luisa Lafiandra
Psicologa

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