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Giappone: in costante calo di sessualità e natalità

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I dati parlano chiaro: 1 giapponese su 4 di età compresa tra i 18 ed i 39 anni non ha mai avuto esperienze sessuali. Si tratta di un dato in crescita e l’università di Tokyo e il Karolinska Institute cercano di spiegare ciò che sta accadendo.


I ricercatori si sono focalizzati sulla vita sessuale dei giovani giapponesi, analizzando i dati precedentemente raccolti per la National Fertility Survey (una ricerca sulla fertilità che viene condotta regolarmente ogni 5 anni in Giappone).

Il campione ha visto partecipi fino a 17.859 persone, eterosessuali, sposate o single.

«Rispetto a Paesi come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e l'Australia, la proporzione di persone che non riporta alcuna esperienza di rapporti eterosessuali è davvero molto più alta in Giappone in tutte le fasce d'età», ha spiegato uno degli autori della ricerca, Peter Ueda, epidemiologo dell'Università di Tokyo.

Se si vanno a visionare con attenzione i dati raccolti, si può vedere come ben il 24,6% delle donne del campione si dichiara sessualmente inesperta (nel 1992 la percentuale era del 21,7%), mentre per quanto riguarda gli uomini la stessa è del 25,8% (precedentemente si parlava di un 20% di uomini che non avevano mai avuto esperienze sessuali).

Se ci si sofferma su una fascia di età più specifica, ovvero quella che va dai 30 ai 34 anni, l’aumento dei soggetti sessualmente inesperti si palesa con maggiore forza: la percentuale femminile passa dal 6,2% all’11,9% e quella maschile dall’8,8% al 12,7%.

Tutto ciò rappresenta un fenomeno sociale molto importante, in quanto le conseguenze di una così “scarsa” sessualità si riflettono anche sul tasso di natalità del Paese.

Ma perchè si registra questo fenomeno?

I ricercatori ipotizzano che la spiegazione si possa individuare al di fuori del contesto fisiologico o culturale, andando a evidenziare come siano i giapponesi stessi a fare tale scelta, in risposta ai tempi economici attuali.

Andando più nello specifico infatti, l’Ueda afferma che “Nel Giappone del dopoguerra il lavoro durava tutto l'arco di una vita, mentre negli ultimi anni le opportunità di lavoro stabili sono diminuite, in molte aziende prevalgono lunghi turni di lavoro e questo potrebbe lasciare meno tempo per le attività sessuali”.

A ciò si aggiunge la forte associazione tra fattori socio-economici e inesperienza sessuale presente nella popolazione giapponese.

I ricercatori hanno visto, infatti, che nel campione in oggetto gli uomini aventi un reddito più basso, avevano una probabilità 20 volte maggiore di essere sessualmente inesperti. Lo stesso valeva anche per i giovani disoccupati o con contratti a tempo determinato o part-time.

L'associazione tra reddito e verginità tra gli uomini indica che i fattori socioeconomici giocano un ruolo importante nel determinare la verginità», continua il ricercatore. «Precedenti studi al di fuori del Giappone indicano che il reddito stabile e alto sono determinanti per l'attrattiva sul mercato dell'accoppiamento e questo potrebbe forse significare che lo status sociale e economico sono importanti per attrarre partner nel caso degli uomini».

I risultati di questa ricerca non sono certamente confortanti, soprattutto se si pensa al tasso di natalità giapponese che è tra i più bassi al mondo.

Ma forse uno spiraglio c’è: 8 giovani su 10 dei soggetti esaminati, affermano di volersi sposare presto e, quindi, si presume anche di metter su famiglia.

Attualmente, però, non c’è nulla di certo, bisognerà aspettare i risultati della prossima ricerca per vedere se la situazione prenderà una piega positiva oppure no. 

Ilaria Lelli
Psicosessuologa e Consulente sessuale

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