L'importanza di rimanere individui autonomi anche all'interno di una coppia

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Quando si inizia una relazione di coppia, difficilmente si accetta che tale relazione possa finire. Il “vissero felici e contenti” è qualcosa che viene insegnato fin da bambini, eppure, accettare che la relazione possa finire è una consapevolezza fondamentale per vivere meglio la coppia.


Nella terapia di coppia, questo argomento è spesso un tabù per uno o entrambi che vanno letteralmente in crisi quando immaginano la loro vita dopo la fine di una relazione, scatenando una forte angoscia da separazione.

La consapevolezza che la relazione può avere una fine è un punto cruciale da affrontare perché, se si rimane insieme soltanto per evitare lo squilibrio derivante dalla rottura invece di avere un vivo desiderio che la relazione migliori ed evolva, ne viene irreparabilmente compromessa la qualità di vita.

Entrambi i partner dovrebbero far loro il concetto che la minaccia di una separazione non dovrebbe scatenare angoscia, perché questo vincolo, inaccettabile per molti, crea soltanto un grande ostacolo a un miglioramento della vita di coppia.

Per molte persone questo timore non viene nemmeno affrontato, come se ci fosse una forte resistenza ad affrontare una ipotesi che potrebbe mutare del tutto l’equilibrio di una vita ben definita.

Purtroppo, però, a causa di questa resistenza, si mettono in atto molte forme di difesa che nel concreto impediscono di discutere e confrontarsi per tirare fuori malesseri o disagi, si finisce con l’arrendersi al partner, manifestando un accordo che nella sostanza non esiste davvero.

Cosi, è facile comprendere come si può arrivare ad accettare in silenzio condizioni disagevoli e svantaggiose, vivendo un “quieto vivere” che semplicemente nasconde lo stato reale dei fatti, pur di evitare fasi di disaccordo e conflittualità.

Il risultato di questi atteggiamenti non sono una vita matrimoniale celestiale, come quella di alcune pubblicità, quanto la nascita di sintomi psicologici che non trovando altra espressione, vanno a creare disagi somatici e possono scaturire in stati ansiogeni-depressivi. La persona che vive tutto questo, inevitabilmente, si ritrova sola, con una forma di distacco psicologico che la chiude in un guscio di solitudine.

La paura di lasciarsi, a volte, può opprimerci cosi tanto da farci vivere in un mondo parallelo, fatto di cose provate ma non dette, di pensieri non completamente formulati e desideri frustrati che non conducono a nulla se non a malessere sempre più presente.

Pensare che una relazione possa terminare è invece un bene, non perché possa davvero arrivare a una conclusione, quanto perché con questa libertà si può avere una vita di coppia più appagante, imparando a vedersi come autonomi rispetto al partner e, quindi, in grado di confrontarsi con lui alla pari, manifestando i nostri disagi e i nostri sogni, condividendoli e confrontandosi senza limiti.

Maria Luisa Lafiandra
Psicologa